Martina Giannone, infermiera della Fondazione Giglio di Cefalù, che risvegliatasi dal coma decise di indossare il camice e di lavorare nel reparto di riabilitazione che l’aveva curata, è stata ricevuta, stamani, dal Santo Padre nell’Udienza generale del mercoledì. Con Martina, presenti anche la mamma Piera Pisciotta, la responsabile del servizio infermieristico del Giglio, Stefania Vara, in rappresentanza del presidente Giovanni Albano, e il cappellano dell’ospedale mons. Sebastiano Scelsi.
Il Santo Padre si è soffermato con la delegazione ascoltando le parole di mons. Scelsi che ha sintetizzato la storia di Martina: dal drammatico incidente, il coma, il risveglio, il desiderio di diventare infermiera, gli anni di studio sino al ritorno nel reparto che l’aveva curata (unità di risveglio).
“E’ stata una forte emozione - ha detto Martina Giannone - l’incontro con sua Santità, tanta felicità che resterà impressa nella mia vita”.
“Abbiamo supportato Martina nel sogno di incontrare Papa Francesco - ha aggiunto Stefania Vara - ma, oggi essere qui, è per noi un grande dono”.
Mons. Scelsi ha, inoltre, consegnato al Santo Padre la lettera pastorale che il vescovo di Cefalù, mons. Giuseppe Marciante, già vescovo ausiliare di Roma, ha distribuito alla comunità diocesana sul tema dell’essenziale.
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La Fondazione Istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù, oggi Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù, veniva istituita il 17 gennaio del 2003 attraverso una joint venture tra la Regione Siciliana, il Comune di Cefalù, l'Azienda USL 6 di Palermo, oggi Asp, e la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano. Rappresentava uno dei primi modelli in Italia di sperimentazione pubblica-privata per la gestione di un ospedale pubblico, secondo quanto previsto dall'articolo 9 bis della legge n. 502 del 1992.
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