Seduta del consiglio comunale di Cefalù aperta ai sindaci e ai consigli delle Madonie e dei Nebrodi per protestare contro il declassamento/chiusra del Giglio. L'assemblea si è tenuta il 12 settembre nella palestra della scuola media Rosario Porpora a Cefalù.
ARRIVA ANCHE UNA LETTERA APERTA DELLE SUORE FRANCESCANE ”NON IMPOVERITE L’OSPEDALE”
“Caro Papa Francesco, chi ti scrive è una comunità di 700 famiglie che da 15 anni è devota alla tutela della salute di un grosso bacino di territorio che comprende le Madonie e i Nebrodi (circa 650 mila persone)”. Inizia così la lettera indirizzata dai dipendenti dell’ospedale Giglio di Cefalù al Santo Padre dopo l’annunciato declassamento della struttura sanitaria con la nuova rete regionale.
“Questa nostra vocazione – scrivono – è stata violentemente deturpata in circa 15 minuti, periodo nel quale abbiamo appreso che avremmo dovuto sospendere drasticamente questa missione nei confronti del nostro prossimo.
Tutto ciò – proseguono i dipendenti - addolora profondamente le nostre coscienze poiché ci rende vani nel porre un aiuto sia sanitario che umanitario nei confronti della gente che ci circonda. Siamo oltre 40 comuni”, dicono. “Da noi non si può più nascere, alleviare le sofferenze o tentare con l’aiuto di nostro Signore, di allungare la vita”.
A sostegno del Giglio sono scese le sorelle Francescane di Tusa, comune del messinese, con una lettera aperta “per cercare di impedire che la bella realtà dell’ospedale Giglio di Cefalù, venga irrimediabilmente ferita e impoverita con la chiusura di preziosi reparti”.
“Conosciamo tantissima gente di Tusa e dei paesi vicini – rilevano le sorelle - che sono stati ricoverati ed efficacemente curanti anche nei reparti che ora si dovrebbero chiudere. Se quei reparti fossero strutture fantasma inefficienti, inefficaci si potrebbe giustificare e avvalorare un simile taglio. Ma così non è. Tutt’altro”.
Le sorelle si dicono “scandalizzate da un simile modo di procedere e di agire. A pagarne le conseguenze sono sempre le fasce più povere e svantaggiate dei cittadini”.
33 vl/Com 2016
CEFALU’ - 12 settembre 2016 - Ci sono i sindaci e i consiglieri delle Madonie e dei Nebrodi, semplici cittadini e poi i 724 dipendenti a rischio di licenziamento del Giglio alla manifestazione organizzata, a Cefalù, per dire con forza “giù le mani del Giglio”. Un ospedale nato come centro d’eccellenza e che l’assessorato regionale alla salute, con il riordino della rete ospedaliera, sta per declassificare a presidio di base.
C’è preoccupazione tra i pazienti, la cittadinanza e i lavoratori il cui posto di lavoro è a rischio. “Se il piano della regione andrà in porto, con la chiusura di 5 branche specialistiche e di vari servizi, gli uffici del Giglio hanno già stimano 319 licenziamenti. “Non si potrà garantire - ha detto il presidente del cda del Giglio, Giovanni Albano - la sostenibilità finanziaria dell’azienda, che rischierebbea chiusura con la fine di un sogno”.
Una preoccupazione che si è trasferita in una città che ha perso, pochi mesi fa, la sede del tribunale, dell’agenzia delle entrate, rimasta con un solo sportello, del giudice di pace e che rischia di essere impoverita dalla possibile chiusura dell’ospedale. Sul palco, allestito nella palestra della scuola media, dinanzi a migliaia di cittadini hanno preso la parola in tanti. Il management del Giglio ha spulciato i dati, mostrando con numeri alla mano che l’ospedale di Cefalù serve un bacino che va oltre il distretto sanitario. “Il 75 percento di pazienti viene da fuori provincia, di cui il 40 percento da Palermo e circa il 20 percento dal messinese”.
Accorato l’intervento del sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, che dice chiaramente “l’ospedale non si tocca: giù le mani dal Giglio. Qui sono stati investiti milioni di euro per costruire un grande ospedale. Sul campo è stato dimostrato che questa struttura serve un grande bacino di utenza tra Palermo e Messina dove non vi è altra oncologia, urologia ed emodinamica oltre a quella del Giglio. La scelta di Gucciardi riporta Cefalù a 23 anni addietro. Non possiamo accettarlo”.
“Sui 1117 pazienti oncologici - ha detto il management del Giglio - 835 arrivano da comuni fuori distretto. La nostra emodinamica ha trattato oltre 850 cuori, negli ultimi due anni, in interventi salvavita con un indice di mortalità che pone Cefalù tra le migliori emodinamiche in Sicilia”.
Numerosi i sindaci si sono alternati al microfono dell’assemblea diretta dal presidente del consiglio comunale di Cefalù, Antonio Franco.
Il sindaco di Tusa, Angelo Tudisca, ha definito il declassamento di Cefalù “un sopruso che Madonie e Nebrodi non si possono accettare altrimenti l’unico incremento per questo territorio sarà nel cimitero”. Da Polizzi, Francesco Dolce si “è augurato che questa classe politica non faccia disastri”. Per il sindaco di Castelbuono, Tumminello “razionalizzazione vuol dire un’altra cosa, non tagliare”. Il sindaco di Pollina, Magda Culotta ha “ribadito l’impegno per il Giglio che non ho - ha detto - mai fatto mancare”.
Hanno preso la parola alcuni consiglieri comunali che hanno raccontando l’esperienza personale avuta con Giglio come Daniele Tumminello (Cefalù) “se i miei figli possono avere un padre è grazie all’ospedale Giglio di Cefalù”. Così Anche Nunzio Castiglia (Pollina) “porto la mia testimonianza da vivente grazie al Giglio”. Altri consiglieri con Giovanni Iuppa (Cefalù) si sono detti disposti a dimettersi in massa nelle mani del Prefetto se questo piano di Gucciardi dovesse andare avanti”. Mentre il sindacalista Drago della Cisl si interroga “sul senso di mantenere 7 emodinamiche a Palermo mentre viene tagliata quella del Giglio”.
Sentiti gli interventi dei medici del Giglio dal cardiologo Tommaso Cipolla, all’oncologo Massimiliano Spada, all’urologo Salvino Biancorosso. Mentre da più parti è stato rilevato che il decreto ministeriale non si deve applicare con ottusità ma con intelligenza.
Presenti i rappresentati istituzionali oltre a Cefalù, di Castelbuono, Collesano, Gratteri, Lascari, Pollina, San Mauro Castelverde, Santo Stefano di Camastra, Pettineo, Campofelice di Roccella, Isnello, Scillato, Sclafani, Caltavuturo, Castellana, Polizzi, Petralia Soprana e Sottana, Geraci, Gangi, Valledolmo, Sciara, Caccamo, Termini Imerese, Montemaggiore e Aliminusa.
La seduta dell’assemblea si è conclusa con l’approvazione di un documento che dovranno fare proprio i consigli comunali dei Nebrodi e delle Madonie per “attivare tutti gli atti e le azioni indispensabili al conseguimento delle determinazioni espresse nel corso dei lavori. Al fine - si legge nel documento - di scongiurare il declassamento dell’ospedale di Giglio e i conseguenti provvedimenti di chiusura dei suddetti reparti intervenendo con la dovuta sollecitazione e determinazione nei confronti della Presidenza e dell’assessorato alla salute della Regione Siciliana ma anche nei confronti del Ministero della Salute e del Governo Nazionale”.
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"Esprimiamo profonda solidarietà ai lavoratori della ditta di pulizia che svolge il servizio presso il nostro ospedale pur sottolineando l'estraneità della Fondazione alla gestione di imprese esterne". Lo afferma il commissario straordinario del San Raffaele Giglio di Cefalù, Nenè Mangiacavallo, intervenendo sulla vicenda che vede da qualche giorno mobilitati, in un sit-in, gli operai della ditta S.G.S. srl di Reggio Calabria vincitrice dell'appalto di pulizia. "La Fondazione – precisa Mangiacavallo - dal canto suo ha messo in atto ogni azione possibile per la risoluzione della vicenda".
Il direttore generale, Carmela Durante, ha anche inviato una contestazione formale alla ditta. "Nel rappresentare il nostro profondo dissenso per tali comportamenti omissivi – scrive il direttore generale - che non possono trovare giustificazione, si diffida a saldare immediatamente il debito con i propri dipendenti fornendo rassicurazioni in merito a questa Fondazione". L'auspicio del direttore Durante è che "tutto possa rientrare rapidamente per il mantenimento di un proficuo rapporto di collaborazione".
La Fondazione evidenzia, infine, che la pulizia dell'ospedale sta proseguendo regolarmente.
35 vl 2013
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La Fondazione Istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù, oggi Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù, veniva istituita il 17 gennaio del 2003 attraverso una joint venture tra la Regione Siciliana, il Comune di Cefalù, l'Azienda USL 6 di Palermo, oggi Asp, e la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano. Rappresentava uno dei primi modelli in Italia di sperimentazione pubblica-privata per la gestione di un ospedale pubblico, secondo quanto previsto dall'articolo 9 bis della legge n. 502 del 1992.
Fondazione Istituto
G. Giglio di Cefalù
Contrada Pietrapollastra - Pisciotto
90015 Cefalù (PA)
Tel: +39 0921 920 111
PEC:
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