La Fondazione Istituto Giglio di Cefalù ha indetto una selezione per quattro anestesisti da assumere con contratto a tempo indeterminato.
Al concorso sono ammessi, per la prima volta, anche gli specializzandi iscritti all’ultimo anno del corso di Anestesia e rianimazione in virtù di un norma inserita nel bilancio di previsione delle Stato per l’anno finanziario 2019 (art. 1 c.547 L. 145 del 30/12/2018).
I requisiti richiesti, oltre alla specializzazione in anestesia e rianimazione, sono pubblicati nell’area lavora con noi del sito internet della Fondazione Giglio www.ospedalegiglio.it
Le candidature dovranno essere presentate entro domenica 16 giugno attraverso il portale della Fondazione. Seguirà una prova scritta e un colloquio orale con la formazione di una graduatoria che resterà valida per tre anni.
La graduatoria di merito potrà essere utilizzata anche per l’assegnazione di incarichi a tempo determinato per momentanee esigenze della Fondazione. Gli specializzandi, saranno inseriti in una graduatoria separata.
24 vl/com 2019
Indizione procedura negoziata per la fornitura di dispositivi vari per l’U.O. di Riabilitazione, ai sensi dell'art. 36 comma 2 lettera a) del D.Lgs 50/2016 s.m.i.
La curvatura del pene costituisce un problema molto più diffuso di quanto si pensi: un recente studio documenta che non meno del 7% dei maschi italiani è affetto da questa patologia. La curvatura può essere di tipo congenito, ovvero presente fin dalla nascita, oppure acquisita, solitamente conseguentemente ad un trauma del pene durante un rapporto sessuale o a una malattia del pene denominata Indurito Penis Plastica o malattia di La Peyronie.
Per quanto riguarda la curvatura congenita, essa si manifesta fin dall’età infantile, anche se la maggior parte delle diagnosi avvengono in età adolescenziale/adulta, in concomitanza dell’inizio dell’attività sessuale. La maggior parte dei pazienti affetti da curvatura congenita riportano una deformazione ventrale, solo raramente dorsale o laterale, e, cosa ancora più importante, tendono ad avere delle dimensioni, in termini di lunghezza dell’asta, decisamente superiori alla media. La curvatura congenita non evolve nel tempo, pertanto l’indicazione alla correzione chirurgica deve essere discussa e condivisa con il paziente, in relazione alla qualità dei rapporti sessuali ed eventualmente al disagio legato all’aspetto estetico dell’asta peniena.
Nel caso il paziente richieda una correzione dell’incurvamento congenito, le possibilità terapeutiche sono sicure, efficaci e rapide in mano a chirurgi esperti. La tecnica applicata viene denominata “corporoplastica” e consiste nel ridurre, tramite punti di sutura, la lunghezza del lato convesso (più lungo) dell’asta peniena, rendendola equivalente al lato concavo. In tal modo il pene risulterà perfettamente diritto, rendendo la penetrazione più agevole, così come l’aspetto estetico dell’organo. Sarà tuttavia necessario accettare un accorciamento del pene, che dipenderà dal grado di curvatura preoperatorio.
Si tratta di un’alterazione che colpisce i corpi cavernosi del pene (i due cilindri che, riempiendosi di sangue, consentono l’erezione) e che determina una progressiva sostituzione della loro naturale struttura di rivestimento, la tunica albuginea, normalmente molto elastica e resistente, con un tessuto fibroso, rigido. Ciò comporta una modificazione dell'aspetto del pene che risulta evidente durante l'erezione: la parte malata, infatti, non essendo più in grado di estendersi, produce una deformazione dell’asta.
Gli incurvamenti dorsali e laterali sono i più comuni ma, talvolta, questa malattia può presentarsi con una piega ventrale oppure con un “anello” costrittivo che deformerà il pene a forma di “clessidra”. In generale, il decorso naturale della malattia, determina un accorciamento progressivo del pene che perde gran parte del proprio volume e della sua elasticità.
A tutt' oggi non si conosce quale sia la causa iniziale che scatena la malattia, tuttavia le ipotesi sono: risposta auto-immunitaria su base ereditaria, micro-traumatismi.
Diagnosi: Purtroppo, nelle fasi iniziali, può manifestarsi solo una certa iper-sensibilità del pene e non sempre, alla palpazione, è possibile riconoscere un’alterata consistenza. Il dolore può essere presente ma non è una costante (2/3 circa dei pazienti). Solo successivamente, con l’avanzare della malattia, compare la deformazione del pene. In seguito, fasi di quiete si alternano a fasi di accelerazione, fino ad una “stabilizzazione” della malattia, con la formazione della cosiddetta “placca” che, nei casi più gravi, può raggiungere una consistenza ossea.
I tempi sono imprevedibili, perché variano da caso a caso: è possibile che si formino nuove placche, in altre zone del pene, con una modificazione continua della curvatura e talvolta anche con un raddrizzamento dell’asta (quando la malattia, diffondendosi, determini delle contro-trazioni).
L'interessamento del setto intercavernoso (la “spina dorsale” situata tra i due corpi cavernosi) comporta invece una retrazione diffusa dell' asta, più che un incurvamento o una deformità della stessa.
Terapia: Esistono diversi tipi di trattamento per questa patologia. Lo scopo primario è arrestarne lo sviluppo, essendo questa potenzialmente ingravescente nel tempo. Una volta individuata una zona di fibrosi, con l’esame obiettivo e con l’ecografia peniena, si può procedere quindi con diverse tecniche, in base alle esperienze del medico di fiducia.
Testi a cura della dott.ssa Alessandra Giacalone
La disfunzione erettile (DE) è definita come l’incapacità di ottenere e/o mantenere un’erezione sufficiente a permettere un rapporto sessuale soddisfacente.
Si stima che nel nostro Paese vi siano più di 2,5 milioni di uomini affetti da disfunzione erettile e questo numero è certamente sottostimato in quanto solo 1 paziente su 3 si rivolge ad un medico specialista ed i pazienti aspettano in media due anni prima di rivolgersi ad esso per parlare dei propri disturbi.
L’incidenza di tale disturbo aumenta all’aumentare dell’età.
La DE può essere determinata da FATTORI ORGANICI (patologie metaboliche, alterazioni ormonali, patologie neurologiche, interventi chirurgici in regione pelvica, farmaci, fumo di sigaretta, abuso di alcool) o da FATTORI PSICOGENI, più comuni nei giovani pazienti, che possono anche sovrapporsi alle cause organiche, aggravando la problematica erettiva.
L’approccio al paziente che lamenta DE deve prevedere:
Tali accertamenti consentono nella maggior parte dei casi un orientamento diagnostico e le conseguenti decisioni terapeutiche. Ulteriori accertamenti strumentali devono essere considerati accertamenti di secondo livello, da effettuare in strutture specialistiche.
Testi a cura della dott.ssa Alessandra Giacalone
L'eiaculazione precoce è la difficoltà stabile e persistente nel controllo volontario dell'eiaculazione, cosicchè questa arriva in seguito a una minima stimolazione e prima che il soggetto lo desideri, spesso prima che la partner abbia raggiunto l'orgasmo.
A parte i casi estremi in cui l'eiaculazione avviene ancora prima della penetrazione (eiaculazione precoce “ante-portam”) o pochi secondi dopo, è fondamentale nell'inquadramento del problema stabilire se i tempi di eiaculazione in quella particolare coppia diminuiscono la qualità del rapporto sessuale e la soddisfazione di uno o entrambi i partner, creando disagio sessuale.
E' difficile, e anche tutto sommato poco utile, definire in minuti quale sia la durata “normale” del rapporto dalla penetrazione all'eiaculazione, perchè è estremamente variabile da coppia a coppia; per gli amanti dei numeri, un recente studio ha evidenziato che ci sono coppie in cui questo tempo è di poco superiore al minuto (senza che la cosa venga vissuta come un problema) e altre in cui si arriva ad oltrepassare i 30 minuti, mentre il tempo mediano è risultato intorno ai 5-6 minuti.
Una certa precocità eiaculatoria può essere una caratteristica dei primi rapporti nei maschi più giovani, e di solito questo disturbo tende a regredire con l'esperienza; altre volte, soprattutto se il problema non viene correttamente affrontato con l'aiuto di un andrologo, la situazione può stabilizzarsi e durare per anni o anche per tutta la vita (in questo caso l'eiaculazione precoce si definisce, con termine inglese, “life-long”).
In altri soggetti ancora l'eiaculazione precoce può comparire più avanti nel tempo, dopo molti anni di tempi eiaculatori del tutto normali e soddisfacenti; in questi casi (cosiddetta eiaculazione precoce “secondaria”) spesso l'origine del problema va ricercato nella perdita di fiducia, a livello conscio o inconscio, nella propria capacità di mantenere l’erezione per tutta la durata del rapporto sessuale.
Più raramente l'eiaculazione precoce è causata da anomalie anatomiche come la brevità del frenulo del pene o da patologie infiammatorie della prostata; anche in queste situazioni il ruolo dell'andrologo è fondamentale, in quanto una diagnosi corretta permette di risolvere brillantemente il problema con una semplice terapia farmacologica o un piccolo intervento.
Il trattamento dell'eiaculazione precoce si basa di solito su diverse strategie, variamente combinate a seconda delle caratteristiche del singolo paziente.
In conclusione, non esiste una terapia unica per tutti i pazienti: per “guarire” veramente è necessario adottare varie soluzioni combinate in una strategia che deve essere pensata come un abito tagliato su misura per ogni singolo paziente. Affidarsi ad un andrologo esperto è quindi di fondamentale importanza per risolvere un problema che, se non adeguatamente affrontato, può portare con il tempo a una progressiva perdita di qualità del rapporto sessuale, a una diminuzione di sicurezza e autostima, fino al deterioramento del rapporto di coppia già in essere o alla difficoltà di incominciarne uno nuovo.
Testi a cura della dott.ssa Alessandra Giacalone
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La Fondazione Istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù, oggi Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù, veniva istituita il 17 gennaio del 2003 attraverso una joint venture tra la Regione Siciliana, il Comune di Cefalù, l'Azienda USL 6 di Palermo, oggi Asp, e la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano. Rappresentava uno dei primi modelli in Italia di sperimentazione pubblica-privata per la gestione di un ospedale pubblico, secondo quanto previsto dall'articolo 9 bis della legge n. 502 del 1992.
Fondazione Istituto
G. Giglio di Cefalù
Contrada Pietrapollastra - Pisciotto
90015 Cefalù (PA)
Tel: +39 0921 920 111
PEC:
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