provvediemtno relativo all'acquisto urgente di repere mammaio con clip ai sensi dell'art. 63 comma 2 lettera c) del D.Lgs 50/2016 e atorizzazione all'avvio di una procedura negoziata ai sensi dell'art. 36 comma 2 lettera a del D.Lgs 50/2016
Revoca in autotutela dell'aggiudicazione relativa alla procedura negoziata per l'attivazione di fornitura biennale di materiale e attrezzature per trattamenti di emofiltrazione/dialisi e rimozione endotossine per il Servizio di Anestesia e Rianimazio
“Risanamento finanziario, aumento della produttività e riduzione dei costi, risanamento del debito sia bancario che verso i fornitori, approvazione della pianta organica nell’area sanitaria, bandi per concorsi a tempo determinato e indeterminato solo nell’area sanitaria: E’ il contributo di fatti che desidero dare ai rappresentati sindacali della UIL-Fpl dell’ospedale Giglio di Cefalù per poterli aiutare a comprendere quello che è stato realizzato, in questi anni, da questa amministrazione”. Lo afferma il presidente della Fondazione Giglio di Cefalù, Giovanni Albano, replicando alla nota diffusa dalla Uil-FPl
“Nell’area amministrativa - sottolinea Albano - abbiamo approvato una riorganizzazione degli uffici in linea con le norme statutarie e fra l’altro intervenendo in un’area appesantita, numericamente, in passato”.
Il presidente del Giglio, replica anche sul piano degli interventi di ristrutturazione rilevati dalla Uil. “Le ristrutturazioni di cui si fa cenno nella nota del sindacato - spiega il presidente - sono interventi dettati da precise prescrizioni di legge al fine di potere mantenere l’accreditamento della struttura. Mi riferisco - prosegue Albano - alla camera calda del pronto soccorso e ad altri interventi miranti a rispettare le norme di legge vigenti in tema di sicurezza.
Gli interventi di idraulica, invece, se non tempestivamente effettuati avrebbero portato alla chiusura della mensa con grave danno per pazienti, operatori sanitari e visitatori che ne fruiscono quotidianamente. Opere necessarie per mantenere funzionale una struttura, che vorrei ricordare alla Uil, non è di proprietà della Fondazione Giglio ma concessa in comodato d’uso dall’Asp. Oggi, grazie a un recente decreto dell’assessore regionale alla salute Razza vengono assegnati al Giglio fondi per 2,5 milioni di euro che stiamo impegnando in questa manutenzione.
Per quanto riguarda l’aggiornamento tecnologico segnalo - afferma il presidente - che questa settimana è stato firmato un decreto per 11 milioni di euro per nuove tecnologie a valere su fondi europei.
Per quanto concerne la problematica degli anestesisti, non posso che sottolineare - dice il presidente - che è di carattere regionale e nazionale. Tutte le strutture sia pubbliche che private hanno difficoltà a reclutarne atteso che il numero programmato degli anestesisti è stato sottostimato nell’ultimo decennio dal Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica.
In questi anni, come sa bene anche la Uil - abbiamo espletato numerose procedure di reclutamento purtroppo con scarsi risultati. I professionisti preferiscono una sede nelle province di residenza. Il 10 marzo si insedierà il responsabile dell’unità di anestesia, il dottor Giovanni Malta, ed entro marzo attiveremo nuove procedure di selezione per intercettare i neo anestesisti che si specializzeranno tra aprile e luglio.
La convenzione tra istituzioni, di cui parla la Uil, sottoscritta tra il Policlinico e la Fondazione Giglio, è bene evidenziare - ci ha consentito di poter garantire l’attività delle sale operatorie e che si concluderà con i nuovi anestesisti che assumeremo”.
Albano “smentisce e ritiene del tutto infondato quanto affermato dalla Uil-fpl sulla distribuzione di benefit individuali ad amministrativi della Fondazione. Non è stata fatta - afferma - alcuna elargizione di benefit”.
Il presidente del Cda interviene anche su quanto mosso dalla Uil-fpl sulla direzione sanitaria. “La direzione sanitaria non è affatto scoperta. Il governo sanitario è affidato, temporaneamente, in attesa di nominare il nuovo direttore, a tre responsabili di unità operative e a una direzione medica di presidio, già attivata con relativo organico medico.
Rinnoviamo - aggiunge Albano - la nostra disponibilità a fornire ai rappresentanti sindacali ulteriori chiarimenti se richiesti e nelle sedi opportune.
I risultati fin qui raggiunti - conclude il presidente del Cda - sono stati ottenuti con un gioco di squadra che ha coinvolto tutti gli operatori della Fondazione mai risparmiatisi nell’offrire il meglio nell’interesse del malato”.
3 com/2018 - vl
Adeguamento dei prezzi contrattuali relativi all'appalto del Servizio di pulizia e sanificazione periodica e giornaliera occorrenti alla Fondazione per il periodo di tre anni con la Ditta PFE Spa. Gara n° 6141830
#ospedalerisponde torna giovedì 8 marzo alle ore 14.30 in diretta sulla nostra pagina Facebook per parlare di traumi da sport...il giorno dopo la partita di calcetto.
Quali sono i traumi più diffusi per gli sportivi del lunedì o per i professionisti, come intervenire tempestivamente, come ridurne il rischio. A rispondere a queste e altre domande sarà il responsabile dell'unità operativa di ortopedia del Giglio, Filippo Boniforti, ospite in studio con il giornalista Vincenzo Lombardo.
Come sempre si può intervenire in diretta dai commenti del video di facebook.com/ospedalegiglio
da Panorama del 28.02.2017
di Luca Sciortino
Quanto la cura è migliore al Sud
A volte la realtà s'incarica di contraddire i cliché. Una nuova tecnica che usa una sostanza fluorescente chiamata “verde di indocianina” nelle operazioni di asportazione dei tumori al fegato, applicata dal chirurgo Marcello Spampinato all'Ospedale della Fondazione Giglio di Cefalù, rappresenta un caso di eccellenza nella cura al sud d'Italia.
Spampinato ha una vasta esperienza nella chirurgia oncologica del fegato, del pancreas e delle vie biliari acquisita lavorando in vari centri di riferimento europei epatobiliopancreatici. Panorama gli ha chiesto di spiegare perché un ammalato di tumore al fegato potrebbe beneficiare di un'operazione effettuata con questa tecnica.
Dottor Spampinato, ci spiega in che cosa consiste esattamente la tecnica dell'indocianina?
Nel caso dei tumori epatici circa 24 ore prima dell'intervento si inietta nel paziente una sostanza innocua chiamata verde indocianina. Questa sostanza evidenzia meglio il tumore durante l'operazione e aiuta il chirurgo a non lasciare residui. Non solo, l'indocianina permette di individuare piccole metastasi che sfuggono alle Tac o alle risonanze magnetiche effettuate prima dell'intervento.
Siete i primi a usare questa tecnica?
No. Viene già utilizzata in vari centri di riferimento europei tra cui il Paul Brousse di Parigi, specializzato nella cura del fegato. Presso l’Istituto Fondazione G. Giglio di Cefalù abbiamo già operato sei pazienti con successo.
Dove veniva applicata questa tecnica prima?
Dapprima nel campo dell'oculistica. Poi sono arrivate le applicazioni nella colecistectomia laparoscopica e nell'asportazione dei linfonodi per individuare quelli patologici e, nelle resizioni coliche per la valutazione della vascolarizzazione del colon residuo prima di eseguire l’anastomosi. Adesso è venuto il momento del fegato e le prospettive sono ottime.
Quindi la maggior parte degli ospedali italiani non usano questa tecnica?
Possiamo affermare che si tratta sempre di operazioni ecoguidate ma che l’utillizo della fluorescenza riduce il rischio di residui del tumore durante l'operazione.
E' una tecnica costosa?
Non molto. La sostanza fluorescente costa pochissimo, anche se l'apparecchiatura necessaria per questo tipo di operazione ha un costo, sebbene non esagerato.
Ci sono rischi?
Per i pazienti nessuno, anzi possono solo beneficiarne. Però è importante notare che questa tecnica deve essere applicata in centri dedicati che fanno laparoscopia epatica. Non basta solo avere il verde indocianina ci vogliono competenze in chirurgia mini-invasiva del fegato
Quindi tutti i centri che usano il robot Da Vinci vanno bene?
Sì, appunto.
Per il futuro?
Guardi, il mio impegno è quello di curare le persone in Sicilia nel migliore dei modi, dando loro le stesse possibilità dei pazienti che decidono di curarsi al nord. Nonostante le difficoltà, questo è un piccolo passo importante in questa direzione per la nostra regione.
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@hsrgiglio |
La Fondazione Istituto San Raffaele G. Giglio di Cefalù, oggi Fondazione Istituto G. Giglio di Cefalù, veniva istituita il 17 gennaio del 2003 attraverso una joint venture tra la Regione Siciliana, il Comune di Cefalù, l'Azienda USL 6 di Palermo, oggi Asp, e la Fondazione San Raffaele del Monte Tabor di Milano. Rappresentava uno dei primi modelli in Italia di sperimentazione pubblica-privata per la gestione di un ospedale pubblico, secondo quanto previsto dall'articolo 9 bis della legge n. 502 del 1992.
Fondazione Istituto
G. Giglio di Cefalù
Contrada Pietrapollastra - Pisciotto
90015 Cefalù (PA)
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